La scoliosi è un dismorfismo che nella maggior parte dei casi ha cause ignote e si definisce, appunto, idiopatica. La scoliosi idiopatica si rende evidente durante l'adolescenza quando il picco di crescita è massimo e, quindi, anche il rischio di peggioramento. La deformità del rachide consiste in una deviazione sul piano frontale con modificazioni delle fisiologiche curve sagittali e rotazione dei corpi vertebrali sul piano trasversale. Le linee guida definiscono la scoliosi come una deviazione strutturata con tutte le componenti spaziali e un angolo Cobb di oltre 10 gradi. La terapia dipende dai gradi Cobb e dall'età del paziente: - da 10-20 gradi a crescita quasi completa è richiesta la sola osservazione; da 20 a 30 gradi a crescita quasi ultimata si può optare per la sola fisiokinesiterapia o un abbinamento di fisioterapia e bracing; - oltre i 30 gradi in fase di crescita si raccomanda il bracing che va comunque integrato con la fisiokinesiterapia durante lo svezzamento dal corsetto; La chirurgia è consigliata solo in casi molto progressivi ma solo dopo un tentativo infruttuoso con l'approccio ortopedico e kinesiterapico. Il Metodo Schroth , nella sua versione rimodernata dal dr. Hans Rudolph Weiss, si fonda sui principi del metodo ideato e praticato dalla nonna Katharina Schroth , affetta da scoliosi e fisioterapista ella stessa, dal 1921 a Meissen , Germania. Si basa sulla correzione attraverso esercizi asimmetrici e tridimensionali abbinati alla respirazione. Il primo step è la valutazione clinica del paziente sia ad occhio nudo che attraverso eventuali radiografie e con l'uso dello Scoliometer per definire l'entità della rotazione vertebrale all'apice della curva. Dopo, attraverso un training preliminare il paziente prende coscienza della propria postura e viene istruito sull'anatomia e sulla fisiologia del rachide affetto da scoliosi. Si lavora sulle posture corrette da mantenere durante le attività di vita quotidiana (in piedi, seduti, sdraiati,durante il cammino) e si insegnano gli esercizi correttivi che vanno incrementati sia nel numero che nell'intensità di sessione in sessione.
Originariamente il metodo veniva utilizzato in regime “inpatient” cioè di ricovero presso la clinica di K. Schroth e molte ore al giorno erano dedicate agli esercizi. Inoltre gli esercizi erano molto elaborati e richiedevano spesso l’ intervento del marito della Schroth per “apparecchiare” il paziente. All’epoca mancavano alcune conoscenze chiave sulla Scoliosi, tipo l’influenza della curve sagittali sull’evoluzione della deformità. Questa, ad esempio, resta una differenza sostanziale tra lo Schroth classico praticato ancora oggi in regime di ricovero di un mese presso l’unica clinica Asklepios di Bad Sobernheim e lo Schroth Best Practice che, a dispetto della sua “semplificazione”, richiede un impegno notevole da parte del paziente e del terapista che deve insegnarlo. Non a caso è anche definito Power Schroth ed enfatizza molto lo sforzo attivo del paziente.
Oltretutto lo SBP è un approccio moderno che, una volta appreso, necessita di un follow up minimo e comunque distanziato di parecchi mesi con la possibilità di essere sempre seguiti a distanza.
Il training tipicamente dura 3-7 giorni a seconda di vari fattori e successivamente il paziente è in grado, in autonomia, di eseguire gli esercizi o in casa con un’attrezzatura minima o in qualsiasi palestra dotata di spalliera.
Dr. Vincenzo Caporale
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Badolato Marina (CATANZARO)
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